La missione della vita di Zaria Forman, artista newyorkese, è trasmettere l’urgenza del cambiamento climatico attraverso l’arte. Lo fa viaggiando nelle regioni polari, per catturare la storia della fusione dei ghiacci, e all’Equatore per documentare l’innalzamento dei mari. I suoi disegni esplorano momenti di transizione, turbolenza e tranquillità nel paesaggio, per creare una connessione tra gli spettatori e dei luoghi che potrebbero non essere mai in grado di vedere direttamente. «Se le persone possono sperimentare il sublime di questi paesaggi, forse saranno anche ispirate a proteggerli e preservarli».
Sublimi, opprimenti ghiacciai
Ma come si emula l’esperienza, sublime e opprimente, di essere accanto a un ghiacciaio? I disegni di Forman sfruttano la scala e il dettaglio, per far provare in modo viscerale la magnificenza e l’effimerità dell’Antartide a chi guarda le opere. Zaria lavora con grandi tele per ricreare la meraviglia di assistere a un iceberg da vicino, nella speranza di generare uno slancio e un’unità di intenti attraverso i confini dell’arte, della geografia e dell’affiliazione politica.
Secondo la psicologia comportamentale, agiamo e prendiamo decisioni in base alle nostre emozioni, che l’arte ha la capacità di alimentare. «Le mie immagini», spiega Zaria Forman, «traboccano di dettagli per attirare lo spettatore e trasportarlo. Trasmetto la bellezza di queste regioni vulnerabili, in contrasto con la loro devastazione, al fine di ispirare gli spettatori ad aiutare a preservarle». I paesaggi che l’artista newyorkese ritrae sono piuttosto inaccessibili, quindi i loro problemi ambientali possono sembrare remoti o astratti. Ma i disegni di Forman catturano un’istantanea di questo ecosistema in rapido cambiamento, permettendo di celebrare ciò che è ancora qui e contemplare ciò che stiamo perdendo.
Danco Island, Antarctica. Pastelli morbidi su carta. Zaria Forman.
Come nasce un’opera di Zaria Forman
L’artista comincia con uno schizzo a matita molto semplice, in modo da definire le linee da seguire. Poi aggiunge strati di colore sulla carta, sfumando con i palmi e le dita e rompendo il pastello in frammenti taglienti per rendere i dettagli più fini. Il processo di disegno con i pastelli è semplice e diretto. Richiede un approccio minimalista, dato che non c’è molto spazio per l’errore o la rielaborazione: la carta può contenere solo pochi strati sottili di pigmento. Zaria Forman raramente usa la gomma per cancellare. «Preferisco lavorare con i miei errori, godendomi la sfida di risolverli con pochi segni limitati. Amo la semplicità del processo, mi ha insegnato molto su cosa significhi lasciar andare». L’artista confida di perdersi facilmente nei piccoli dettagli: se il pastello e la carta non ponessero dei limiti, non saprebbe quando fermarsi o quando ritenere una composizione davvero completa.
Raccontare come cambiano gli iceberg
Nel 2017, Zaria Forman ha vissuto in Antartide, come artista in residenza per il National Geographic. L’anno seguente ha preso parte alla Operation IceBridge della NASA: un’esplorazione aerea di Artide e Antartide, per mappare i cambiamenti dei ghiacci ai poli. Il risultato è stata una collezione di opere che catturano fedelmente i paesaggi effimeri che ha osservato mentre volava a poche centinaia di metri sopra l’Antartide e l’Artico.
DeVicq Glacier, Antarctica, 74°4758.401S131°054.8208W. Pastelli morbidi su carta. Zaria Forman.
uno sguardo dall’alto
L’artista ha partecipato a voli sopra l’Antartide e l’Artico su aerei dotati di strumenti di rilevamento – laser, radar, sensori a infrarossi, fotografia digitale e gravimetri, che misurano la gravità. I voli duravano in media 12 ore e si mantenevano a soli 450 metri sopra i ghiacciai e il ghiaccio marino. Le catene montuose, a volte, svettavano su entrambi i lati. «Era spettacolare», racconta Zaria, «per la maggior parte di noi, le calotte polari sono due gigantesche macchie bianche su una mappa, ma gli scienziati e gli ingegneri di IceBridge sanno che c’è un rapido cambiamento sotto la superficie: una complessa interazione di fiumi d’acqua dolce, valli rocciose, acque oceaniche più calde che mangiano i ghiacciai dal basso». Nella nitidezza di queste vedute a volo d’uccello Zaria Forman mostra la vulnerabilità e il dramma del ghiaccio che si assottiglia, con ritratti intimi degli ambienti che stanno sparendo.Wilhelmina Bay No2, Antarctica. Pastelli morbidi su carta. Zaria Forman.
Dopo la sua residenza artistica a bordo del National Geographic Explorer, in Antartide, Zaria Forman ha realizzato la serie di disegni Antarctica. «Questo vasto continente di grandezza eterea», racconta l’artista, «ha torri di ghiaccio che irradiano un blu zaffiro e galleggiano in acque ferme e scure. I suoi ghiacciai si sono accumulati per milioni di anni, scavando valli nella roccia frastagliata e riversandosi in mari antichi. Il ronzio delle colonie di pinguini riecheggia sulle pareti ghiacciate in mezzo a un coro di crepitii ambientali, mentre l’aria preistorica esce dall’interno dell’iceberg. L’Antartide è un luogo straordinario dove la vita persiste in un clima rigido e gelido e dove monoliti di ghiaccio antico nascono da inizi umili, come un singolo fiocco di neve».
Zaria Forman. Antartide, 2021.
L’azione inarrestabile per il cambiamento climatico
Leggiamo ogni giorno notizie devastanti sul cambiamento climatico. Gli ultimi cinque anni sono stati i più caldi mai registrati e gli eventi estremi stanno causando danni in tutto il mondo. Il più recente e sconfortante rapporto del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) afferma che abbiamo molto meno tempo per evitare gli effetti estremi del cambiamento climatico – siccità, perdita dei raccolti, milioni di rifugiati climatici, carestie – di quanto pensassimo quando abbiamo firmato l’accordo di Parigi.
Con la sua arte, Zaria Forman documenta i rischi ambientali negli ambienti di tutto il mondo – dagli iceberg della Groenlandia al mare delle Maldive – e ha ricevuto una grande attenzione da parte del mondo dell’arte. «Lascio agli scienziati individuare argomenti razionali e basati sui dati per spiegare il motivo per cui sia impellente agire per preservare i nostri ecosistemi: attraverso il mio lavoro cerco di fare un appello a un livello più elementare», spiega Forman.
«Mi sento più speranzosa ora che mai! Perché l’azione sul cambiamento climatico è diventata inarrestabile. Non ci stiamo ancora muovendo abbastanza velocemente, ma ci stiamo muovendo nella giusta direzione, e abbiamo davvero molto da festeggiare. Le soluzioni reali esistono, e ne stiamo già vedendo i benefici. Penso che enfatizzare gli elementi positivi sia una tattica efficace. Un bombardamento di notizie terrificanti è paralizzante, ma concentrarsi sul positivo è potenziante. Questo è ciò che cerco di fare nel mio lavoro: celebrare ciò che è ancora qui, e dare agli spettatori la sensazione che è ancora possibile fare qualcosa per proteggere questa Terra che ci sostiene».