Per quanto familiare al pubblico italiano, il procione è un animale che non appartiene alle nostre foreste. O, sarebbe meglio dire, non apparteneva. Da alcuni decenni, infatti, la specie Procyon lotor, endemica del Nord America, è presente sul territorio di una ventina di paesi europei e l’Italia non fa eccezione. Il primo avvistamento sul territorio italiano avvenne in Lombardia nel 2003, nel Parco Adda Nord.
Il procione è un animale onnivoro e molto adattabile, e questo gli ha permesso di proliferare anche in territori molto lontani dai suoi luoghi di origine. Per quanto molto amato dal pubblico, si tratta di un animale piuttosto pericoloso per l’equilibrio degli ecosistemi nostrani. È inoltre vettore di malattie potenzialmente pericolose per l’uomo e gli animali domestici, come la rabbia.
Due popolazioni di Procioni distribuite su tre regioni
Attualmente siamo a conoscenza di due popolazioni di procioni presenti in Italia, distribuite su tre diverse regioni: Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana. Non si conosce l’esatta origine di questi animali, anche se con ogni probabilità si tratta di animali fuggiti alla cattività. Si trattava forse di animali di proprietà di privati o di giardini zoologici.
Recentemente, il Parco Adda Nord ha annunciato di aver eradicato 69 procioni adulti dal suo territorio nel periodo compreso tra il 2016 e il 2019. L’operazione ha generato non poche polemiche da parte delle associazioni animaliste, e comunque è rimasto l’interrogativo sull’effettiva scomparsa dell’animale dal territorio del parco. Occorreranno ulteriori monitoraggi nei prossimi anni per verificare se sono ancora presenti procioni nel Bergamasco.
L’altra popolazione, presente sull’Appennino Tosco-Emiliano, è forse al momento più preoccupante. In questo filmato vediamo due fototrappolaggi di procioni ad opera del naturalista e divulgatore Andrea Boscherini. Le immagini ritraggono l’animale a Bagno di Romagna (FC), a breve distanza dal Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi.
L’Ente si è già espresso sui rischi dovuti alla presenza dell’animale sull’Appennino Tosco-Emiliano. Per contenere la popolazione, sono stati attivati programmi di cattura, sterilizzazione e detenzione degli animali. Ciononostante, il piccolo carnivoro si sta rapidamente espandendo in centro Italia, grazie al suo opportunismo e alla sua velocità riproduttiva. Trattandosi di un animale piuttosto combattivo, inoltre, è probabile che non venga predato da lupi e volpi, il che lo rende privo di veri nemici naturali sul territorio italiano.