Noi, che proteggiamo la foresta

Rudi Putra, biologo, attivista indonesiano e vincitore del premio Goldman per l’Ambiente, si racconta e spiega come sta cambiando la mentalità degli abitanti di Sumatra (perfino dei proprietari di piantagioni di olio di palma) nei confronti delle foreste dell’isola indonesiana.

8 minuti | 21 Marzo 2021

Testi di Rudi Putra

Sono nato e cresciuto ad Aceh, sull’isola di Sumatra in Indonesia, una regione con una vasta e densa foresta. Da bambino, negli anni ’80, mi godevo le limpide acque del fiume dove nuotavo regolarmente, passando il tempo a pescare e a volte apprezzando anche l’esondazione, che arrivava naturalmente durante la stagione delle piogge. Infatti, quando il nostro quartiere veniva inondato, la mia anima avventurosa era estasiata ed eccitata, perché mi invitava a giocare e nuotare insieme ai miei amici. Finché un giorno un’azienda di palme da olio inquinò il fiume con i suoi rifiuti, uccidendo tante forme di vita d’acqua dolce, diffondendo malattie della pelle e portandomi via quei momenti preziosi.

Queste esperienze mi hanno portato a studiare biologia all’università, per avere una comprensione più profonda e ampia dell’ambiente. Mentre ero all’università, sono stato molto fortunato ad avere l’opportunità di partecipare a un programma dell’Unione Europea per visitare l’ecosistema Leuser, un’immensa foresta sull’isola di Sumatra, e incontrare il professor Carel van Schaik, uno degli esperti di oranghi che ha poi finanziato la mia ricerca nella Suaq Belimbing Research Station. Da allora e fino ad oggi, sono rimasto affascinato dalla bellezza di questo ecosistema. Questa è una delle ragioni principali per cui mi dedico alla protezione e alla conservazione dell’ecosistema Leuser.

In molti mi chiedono come abbiano reagito le persone intorno a me e le istituzioni pubbliche. Qui ad Aceh le comunità locali rispettano gli attivisti ambientali. Alcune persone credono che essere un attivista sia solo un hobby – come il trekking o le escursioni in montagna. Ma coloro che capiscono le nostre attività nel loro insieme, di certo sanno quanto rischioso e impegnativo sia questo lavoro. Alcuni dei miei amici mi hanno consigliato di essere prudente, e alcuni mi hanno chiesto di smettere, soprattutto quando le notizie sull’arresto o il ferimento di attivisti ambientali sono diventate un tema frequente.

All’inizio, il governo combatteva con forza l’attivismo. Quando ho lottato contro le piantagioni illegali di palma da olio, sorprendentemente, una delle opposizioni più forti è arrivata dal governo, non dalla compagnia stessa. Anche se penso che questa reazione sia stata causata dalle lamentele e dalle pressioni dell’azienda.

Iscriviti alla Newsletter di RADAR

Potrai partecipare alla crescita del nostro magazine e riceverai contenuti extra

La nostra attività comporta qualche rischio, ma oggi meno rispetto a qualche tempo fa. 10-20 anni fa, gli attivisti ambientali hanno affrontato molte minacce e intimidazioni da parte di persone che svolgono attività illegali, come i taglialegna e i bracconieri. Certamente, è uno dei rischi che corriamo quando blocchiamo le loro fonti di reddito. Ma attualmente il rischio è molto più basso.

Nel corso degli anni abbiamo riorganizzato la nostra strategia, per cui siamo più concentrati nell’incoraggiare miglioramenti nella gestione governativa delle risorse forestali e nell’assistere gli imprenditori delle piantagioni sulle pratiche di sostenibilità, oltre ad aumentare la protezione dell’ecosistema. Inoltre, aiutiamo anche la comunità locale nel gestire le risorse naturali della foresta, da cui la loro economia e anche l’ambiente possono trarre beneficio.

rudi putra

Rudi Putra (a destra) supervisiona un team di ripristino forestale mentre abbatte un albero di palma da olio nell’ecosistema di Leuser, in Indonesia. Questa foresta protetta, che si estende per 2,6 milioni di ettari tra le province di Aceh e Sumatra settentrionale, è uno dei pochi habitat rimasti per il rinoceronte di Sumatra. Foto: Goldman Environmental Prize.

Tosatura di una pecora. La lana prodotta nella Terra del Fuoco e in Patagonia è considerata la migliore al mondo. Terra del Fuoco, Cile, 2021.

La palma da olio non è, di per sé, una coltivazione cattiva. […] Tuttavia, a causa dell’alta domanda, le compagnie di palma da olio stanno portando avanti un’espansione insostenibile.

Comunque, fortunatamente non sono solo. Molte persone mi aiutano nella conservazione dell’ecosistema. Questi collaboratori non appartengono solo alla mia squadra, ho ricevuto molto sostegno anche dal governo, dai militari, dagli imprenditori e dalla comunità stessa. Abbiamo visto la comunità difendere attivamente la propria foresta dalle attività illegali, le aziende migliorare le loro pratiche sostenibili e il governo aumentare gli sforzi nella protezione ambientale.

La palma da olio non è, di per sé, una coltivazione cattiva. Questa coltura è indispensabile per soddisfare la domanda mondiale di olio vegetale con una produttività molto più alta rispetto ad altri tipi di olio vegetale. Tuttavia, a causa dell’alta domanda, le compagnie di palma da olio stanno portando avanti un’espansione insostenibile, sostituendo l’alta biodiversità delle aree forestali con piantagioni di monocolture che coprono migliaia di ettari.

Una delle aree forestali che deve affrontare l’espansione della palma da olio o di altre materie prime è proprio l’ecosistema Leuser, che è uno dei più grandi paesaggi forestali rimasti sulla Terra, con una biodiversità molto alta. Con un’area che comprende 2,6 milioni di ettari, l’ecosistema Leuser è l’ultimo posto sulla terra dove le tigri di Sumatra, gli elefanti, i rinoceronti e gli oranghi coesistono ancora sullo stesso territorio.

Leuser ospita 105 specie di mammiferi, 382 specie di uccelli e almeno 95 specie di rettili e anfibi (il 54% della fauna terrestre di Sumatra). Ma la cosa più importante per noi è che il Leuser è una fonte di vita: fornisce enormi servizi ecologici, come produrre 200.000 miliardi di metri cubi d’acqua ogni anno per sostenere 4 milioni di persone, prevenire disastri ecologici come inondazioni e frane, oltre a stoccare 2.700 gigatonnellate di carbonio, che contribuiscono alla prevenzione e mitigazione del cambiamento climatico.

rudi putra

Rudi Putra si confronta con la squadra di protezione della natura selvatica del Forum Konservasi Leuser/Leuser Conservation Forum (FKL). Foto: Goldman Environmental Prize.

Non è sempre stato così, ma attualmente la società qui a Sumatra è molto più consapevole. Negli ultimi anni, il numero di inondazioni e siccità è aumentato in tutte le regioni della provincia di Aceh. La gente sta cominciando a capire che la protezione delle foreste è uno sforzo importante per proteggere il benessere delle persone dai disastri ecologici. Migliaia di ettari di foresta sono attualmente restaurati dalle comunità locali.

Anche se l’invasione delle piantagioni è ancora presente, l’area totale è diminuita notevolmente rispetto al 2017. Oggi possiamo vedere l’aumento delle piccole imprese locali che commerciano prodotti forestali non legnosi, come il miele. Il miele è ora una merce di grande interesse per le persone, sia dentro sia fuori da Aceh. Per sostenere la produzione di miele, naturalmente, la protezione delle foreste è fondamentale.

Anche se questi sforzi sono un po’ troppo tardivi per ripristinare la biodiversità e il cambiamento climatico è in continuo aumento, credo che nulla sia vano. La Terra sarà di nuovo verde.

Fortunatamente, il tasso di deforestazione in alcuni paesi sta diminuendo, e questo accade anche in Indonesia. Alcuni governi sono anche molto decisi nel ripristinare le loro foreste, aumentando l’uso di energie rinnovabili e la domanda di beni sostenibili, che prima o poi diventa obbligatoria.

Sono abbastanza ottimista e credo che in futuro ci sarà un’inversione di rotta e un aumento della copertura forestale. Anche se questi sforzi sono un po’ troppo tardivi per ripristinare la biodiversità e il cambiamento climatico è in continuo aumento, credo che nulla sia vano. La Terra sarà di nuovo verde.

Chi vive in Europa non è troppo lontano dalle foreste di Sumatra. L’Europa è un mercato enorme per i prodotti provenienti da paesi che hanno grandi risorse naturali e forestali come l’Indonesia. La consapevolezza di usare prodotti sostenibili ci aiuterà certamente a proteggere la foresta. Anche la conservazione delle foreste ha un suo costo. Oggi è evidente come il sostegno di molte persone di tanti paesi diversi sia necessario per garantire che le attività di conservazione vadano avanti.

Questo articolo è il risultato di una nostra intervista sulle sue esperienze, sulla conservazione delle foreste e l’impegno delle comunità locali nella protezione e nel ripristino degli ecosistemi.

LE NEWSLETTER DI RADAR

Le nostre newsletter sono come il resto dei nostri articoli: sono curate, attente ed escono solo quando serve (quindi non vi riempiremo la casella della posta di spam). Iscriviti per riceverle gratis.

Solar

Ogni due settimane, parliamo delle soluzioni per affrontare la crisi climatica.

Newsletter Mensile

Una volta al mese, gli aggiornamenti sugli articoli in uscita e i nostri progetti.

  • Rudi Putra

    Rudi Putra è un attivista indonesiano; nel 2014 ha ricevuto il Goldman Prize per le sue attività a Sumatra. Biologo di formazione, ha guidato le comunità in attività per contrastare il proliferare di piantagioni illegali di olio di palma che stanno stanno causando una massiccia deforestazione nell’ecosistema Leuser di Sumatra settentrionale. In questo modo ha cercato di proteggere l’habitat del rinoceronte di Sumatra, che è in grave pericolo di estinzione.

Correlati

granchio blu

C’è ancora il granchio blu?

A più di un anno dall’inizio dell’emergenza, il meccanismo per pescare e vendere il granchio blu non sta funzionando. A fronte di una politica che non guarda al futuro, gli allevatori di vongole sperimentano sistemi di difesa per non perdere tutto.

attivismo mamme no pfas

I tanti volti italiani dell’attivismo contro i PFAS

Nel corso degli anni, in Italia è cresciuto un articolato movimento di attivismo contro la contaminazione da PFAS. Un insieme di gruppi e associazioni che hanno ottenuto risultati concreti e oggi cercano una coesione.

rifiuti plastici

Il colonialismo dei rifiuti esportati all’estero

Rifiuti difficili da riciclare vengono spediti dall'Italia e l'Europa all'estero, a volte con etichettature fraudolente. Un traffico (lecito e illecito) che esternalizza i nostri costi ambientali e sociali, in un nuovo colonialismo dei rifiuti.

scienziati attivisti

Dare l’allarme non basta più

Una nuova generazione di scienziati e scienziate ha abbracciato l'attivismo per il clima e nuove visioni politiche. Con l'idea che limitarsi a dare l'allarme sui dati della crisi climatica non abbia funzionato.