Il modello del Sikkim, basato sull’interconnessione tra uomo e natura, potrebbe aprire la strada a un futuro più sostenibile.
A lungo elogiata per la sua capacità di sfamare il pianeta a prezzi accessibili, negli ultimi anni l’agricoltura intensiva è sotto esame per i suoi costi sociali e ambientali. Responsabile di un quarto delle emissioni globali di gas serra, il settore contribuisce pesantemente al riscaldamento globale. Fertilizzanti e pesticidi di sintesi hanno ridotto drasticamente il numero di api e altri insetti impollinatori, causando inoltre un massiccio inquinamento delle acque e l’esaurimento dei suoli. A causa della sua superficie agricola limitata, il Sikkim non sarà mai in grado di sfamare il pianeta. Tuttavia il suo modello, basato sull’interconnessione – piuttosto che sulla concorrenza – tra uomo e natura potrebbe aprire la strada a un futuro più sostenibile, specialmente in un momento in cui il cambiamento climatico sta costringendo il mondo a rivedere le sue priorità. Le autorità locali annoverano tra i primi, incoraggianti risultati della rivoluzione organica un aumento della fauna selvatica e degli insetti, oltre al ringiovanimento dei suoli.
Qui, l’amore verso il mondo naturale è il risultato di necessità […]. L’autosufficienza è indispensabile in un ambiente così difficile, e ha insegnato ai Sikkimesi come decifrare i segni della natura.
Azing è diventato una delle principali storie di successo della rivoluzione organica, e ha dimostrato agli altri agricoltori che il nuovo modello può funzionare. La sua fattoria utilizza un mix di residui animali e foglie come fertilizzante, e una miscela di urina di vacca fermentata ed erbe locali come repellente per gli insetti. «Il venti per cento del mio raccolto viene consumato da insetti, uccelli, scimmie e altri animali selvatici, ma a me va benissimo così», continua. «Le feci degli animali nutrono la foresta, che a sua volta fornisce risorse alle mie terre. Tutto è interconnesso in natura». Qui, l’amore verso il mondo naturale è il risultato di necessità che si sono evolute nel tempo in una vera e propria filosofia di vita. I villaggi locali sono distanti l’uno dall’altro, e nella stagione dei monsoni le frane possono bloccare le poche strade esistenti, isolando intere zone per settimane. L’autosufficienza è indispensabile in un ambiente così difficile, e ha insegnato ai Sikkimesi come decifrare i segni della natura.