La falena che mangiava i boschi

Il bombice dispari è una falena i cui bruchi si nutrono di foglie e, nel giro di pochi giorni, possono spogliare un intero bosco. La popolazione esplode con fluttuazioni cicliche ogni dieci anni, in base alla temperatura. Ma il cambiamento climatico potrebbe rendere questi eventi più frequenti.

2 minuti | 4 Giugno 2021

La scorsa estate durante le riprese della serie Diari di un Naturalista ci siamo imbattuti in un’esplosione demografica di un particolare insetto; nel giro di pochi giorni il bosco si è trasformato sotto i nostri occhi. Intere colline erano state spogliate delle loro chiome e avvolte dai filamenti prodotti dai bruchi, restituendo al paesaggio un aspetto a dir poco spettrale.

La protagonista di questa storia è una falena, chiamata bombice dispari (Lymantria dispar), i cui bruchi, ricoperti di fitta peluria, si nutrono di foglie. Gli alberi più colpiti sono la Roverella (Quercus pubescens) e altre querce, ma il ventaglio di piante commestibili per questi insetti è molto ampio.

Il bombice dispari ha esplosioni demografiche legate a condizioni climatiche e metereologiche favorevoli. Sebbene di primo acchito il fenomeno possa destare apprensione, queste fluttuazioni sono cicliche – ogni dieci anni e la natura sa come giocare le sue carte per tornare all’equilibrio originario.

Una volta raggiunto l’apice, la popolazione di bombice dispari tende a scemare poiché la disponibilità di piante commestibili progressivamente diminuisce. Inoltre, l’abbondanza di bruchi favorisce la nascita di un numero maggiore di predatori, tra i quali lo scarabeo sicofante (Calosoma sycophanta), che contribuiscono a favorire il ritorno dell’equilibrio.

Ma allora perché preoccuparsene? Il cambiamento climatico influenza la cadenza e la consistenza di queste esplosioni demografiche della falena. Temperature più alte riducono la durata dello sviluppo delle larve e inoltre alterano il rapporto tra i sessi, favorendo la nascita di un numero maggiore di femmine che produrranno più uova con conseguente aumento della popolazione. Il bosco riuscirà a far fronte a picchi demografici sempre più frequenti?

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