A marzo, gli operatori del Parco Polare di Harbin hanno annunciato con orgoglio l’apertura del «primo hotel al mondo con orsi polari». Il recinto in cui si trovano gli orsi polari è illuminato artificialmente, ed è composto solamente da sagome di finte pietre e da un pavimento di cemento dipinto di bianco. La struttura del Parco Polare di Harbin è costruita in maniera tale da permettere che tutte le 33 camere si affaccino sul recinto.
Il sito web dell’hotel promette che: «Da ogni camera è possibile guardare gli orsi polari attraverso vetri antiproiettile e dormire con loro durante la notte». E aggiunge: «I visitatori possono guardare gli orsi 24 ore su 24 e persino cenare osservando gli animali dall’alto».
Il progetto è costato 100 milioni di yuan, vale a dire poco meno di 13 milioni di euro. L’albergo è stato progettato dalla designer russa Kozylenko Natalia Yefremovna e dal designer giapponese di parchi a tema Shuji Miyajima.
Le lacune della legge cinese sul benessere degli animali
«Gli orsi polari dovrebbero stare nell’Artico, non negli zoo o nelle gabbie di vetro degli acquari e ancor meno negli hotel», ha detto Jason Baker, vice presidente di Peta Asia.
«Le scappatoie nella legge cinese sulla protezione degli animali permettono alle aziende di sfruttare gli animali senza alcun riguardo per il loro benessere», ha sottolineato un portavoce del China Animal Protection Network.
A seguito di speculazioni sull’origine del SARS‑CoV‑2, le autorità cinesi hanno modificato la legge al fine di vietare il consumo alimentare di animali selvatici. Tuttavia, la medicina tradizionale cinese consente l’impiego di parti di specie animali a rischio e si tratta di una pratica ancora diffusa. Un’altra criticità riguarda poi zoo e circhi cinesi, da sempre al centro di polemiche per le condizioni inadeguate in cui gli animali sono detenuti.
I visitatori possono osservare gli orsi polari dall’alto e persino pranzare guardando gli animali. Foto: Parco polare di Harbin.