Dall’altra parte del muro: i francobolli del blocco sovietico

6 minuti | 5 Luglio 2022

Colleziono francobolli da quando ero alle elementari, senza un vero senso logico, raccogliendo qualsiasi tema, nazione o periodo. E in questa raccolta un po’ casuale era evidente come certe nazioni finissero facilmente nei miei cataloghi, quasi materializzandosi da soli. 

Tra queste Ungheria, Cecoslovacchia, Romania, Polonia e Mongolia. Perché così tanti da una nazione che non esisteva più e da un’altra che non ha una popolazione tale giustificare una quantità così elevata di francobolli? Ma soprattutto, per lungo tempo la nazione di cui avevo più francobolli (Italia esclusa) era un paese inizialmente a me sconosciuto, anche perché defunto. Tra le varie lettere strane alcune parole ritornavano sempre, e io le leggevo NOYTA CICICIPI. 

Si tratta dell’Unione Sovietica (Почта CCCP = Posta URSS). Avrei dovuto capirlo dalla quantità di falci e martelli, bandiere rosse, effigi di Stalin e Lenin, cosmonauti e scritte in cirillico. Perdonerete il me bambino che non aveva ancora studiato il comunismo, la rivoluzione di Ottobre, la guerra fredda e quei due baffoni. I francobolli sono stati lì ad aspettare che imparassi, per poi accogliermi per apprezzarli ancor di più. 

In quanto mezzo di comunicazione per forza di cose usato dalla popolazione, il partito comunista sovietico ha facilmente sfruttato questi pezzi di carta a proprio vantaggio. Li ha usati per veicolare propaganda, ideali, conquiste, far conoscere amici e nemici dello Stato. L’ombra lunga dell’URSS si è spinta nell’Europa dell’Est, anche dal punto di vista filatelico, approdando perfino in altri contenenti, là dove si poteva avere appigli durante la Guerra Fredda.

FALCI E MARTELLI

Ma andiamo con ordine e iniziamo dai francobolli dell’Unione Sovietica stessa: giocando in casa si vince facilmente e i simboli del comunismo e del partito sono letteralmente ovunque. 

Francobolli di posta ordinaria, ovvero quelli più diffusi perché usati per i servizi basilari più comuni, e quindi stampati in milioni di esemplari, mostrano in bella vista falce e martello incrociati, l’emblema dell’URSS e la sua bandiera. Insomma, il messaggio è chiaro: noi siamo al comando. 

francobolli sovietici

Francobollo dell’URSS dedicato alla missione Luna 11 del 1966.

Non molto diverso da quello che abbiamo già raccontato per le forze dell’Asse nel precedente articolo. In questo caso, però, la longevità dell’URSS ha permesso di sfruttare una serie infinita di anniversari, ogni volta celebrati in pompa magna dal punto di vista filatelico. Come nel caso della spettacolare serie del 1982 dedicata ai 60 anni dell’Unione Sovietica. L’oro è decisamente l’abbinamento perfetto per mettere in risalto la bandiera rossa. I simboli del comunismo escono dai confini sovietici, raggiungendo persino lo spazio. 

La corsa allo spazio è infatti un filo conduttore della Guerra Fredda e l’URSS non perde occasione per celebrare i propri cosmonauti e missioni. Questo fu il caso del francobollo dedicato alla missione Luna-11 del 1966. Qui un cuneo adornato di falce e martello dalla Terra si spinge alla conquista della Luna. 

LA DIFFUSIONE dei francobolli TRA I PAESI SOCIALISTI…

La diffusione del comunismo è però reale sul pianeta, dove il governo sovietico supporta controparti socialiste in altri paesi. Si celebrano la presa di potere e l’amicizia anche tramite i francobolli, come nel caso del Mozambico. La vicinanza maggiore resta però quella con i paesi dell’Europa dell’Est suggellata dal Patto di Varsavia, firmato nel 1955.  Gli stati aderenti sono URSS, Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia, Romania, Bulgaria e Germania Est come contrappeso della NATO. 

Il controllo da parte dell’URSS su questi paesi è evidente dal peso della simbologia comunista anche nei loro francobolli. L’iconografia è quindi ben evidente tra la popolazione, a ricordare chi è al comando. Esempi come quelli riportati in figura 5 e 6 chiariscono abbastanza il concetto. E come se non bastasse gli abitanti di Praga e Bratislava possono ricevere a casa una lettera con un francobollo raffigurante l’effige di Stalin.

francobolli sovietici

Francobolli dell’URSS dedicati ai 20 e 30 anni del Patto di Varsavia (1975 e 1985), in cui campeggiano le bandiere degli stati membri.

francobolli sovietici

Francobollo della Germania Est (DDR) che celebra i 30 anni del Patto di Varsavia, ribattezzato Patto dell’Amicizia. Le bandiere dei paesi membri formano la parola Frieden, ovvero “pace” in tedesco. Emesso nel 1985.

Questi messaggi erano però diretti anche al pubblico internazionale, mediante una fine strategia di infilarsi nelle collezioni di francobolli di tutto il mondo. Considerando l’aneddoto iniziale, ciò è accaduto con successo.

 Il cavallo di Troia sfruttato dalla propaganda sovietica è stata la gola dei collezionisti di tematiche specifiche, mediante l’emissione massiva di una quantità enorme di francobolli diversi, con lo scopo di arrivare ovunque. I numeri sono sbalorditivi. Per dare un’idea, uno dei principali cataloghi online, Colnect.com, ha in memoria quasi 5mila francobolli totali della Cecoslovacchia, poco meno dell’Italia (5500) che però è nata ben prima e non si è dissolta negli anni. Per non parlare dei 7mila della Polonia e della Bulgaria, e dei quasi 12mila di Romania e Ungheria. 

GLI ANIMALI, LO SPAZIO E IL DECLINO

La maggior parte di questi francobolli erano dedicati a temi molto collezionabili come gli animali, e più erano grossi e colorati meglio era per farsi notare. Poi non importa che venissero fuori grafiche trash dal valore praticamente nullo alla luce dell’enorme tiratura. Concetto che si espandeva facilmente anche ad altri paesi socialisti, come l’Albania, la Corea del Nord, la Mongolia e il Vietnam.

francobolli sovietici

Francobolli della Bulgaria (sinistra), della Polonia (centro) e dell’Albania (destra) raffiguranti animali.

L’amicizia tra le nazioni socialiste è stata tale da coinvolgere programmi spaziali come Intercosmos, all’interno della corsa alla spazio tipica della Guerra Fredda. 

Anche questo era un tema importante da far conoscere al pubblico domestico e non. Ancora una volta i francobolli sono manifesto della storia che è stata, delle ideologie e dei messaggi che chi aveva il potere in mano in quel momento voleva far passare. 

Il declino del blocco sovietico, sino alla caduta del Muro di Berlino e oltre è altrettanto ben documentato dal punto di vista filatelico. Ma questa storia la lasciamo per una prossima puntata.

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