Perché abbiamo ancora bisogno degli erbari
Gli erbari sono visti come relitti del passato. Ma queste capsule del tempo della biodiversità sono preziose perché ci aiutano a capire l’impatto di oggi (e di domani) delle azioni umane sull’ambiente.
Renato Bruni è direttore scientifico dell’Orto Botanico dell’Università di Parma, dove è professore associato in Biologia Farmaceutica e studia i legami tra piante, chimica e benessere. Fa parte del Consorzio Forestale KMVerde e dal 2018 partecipa a Picturing the Communication of Science, un think tank interdisciplinare che analizza la figura professionale del comunicatore scientifico. È autore di libri, tradotti in diversi paesi, dedicati al mondo vegetale: Erba Volant (Codice, 2016), Le piante son brutte bestie (Codice, 2017), Mirabilia (Codice, 2018), Bacche, superfrutti e piante miracolose (Mondadori, 2019). Cura il blog “Erba Volant”.
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Gli erbari sono visti come relitti del passato. Ma queste capsule del tempo della biodiversità sono preziose perché ci aiutano a capire l’impatto di oggi (e di domani) delle azioni umane sull’ambiente.
Da fortini verdi ad aule a cielo aperto, ecco come sono cambiati nei secoli i luoghi in cui custodiamo la biodiversità vegetale.