Cerro de Pasco, la miniera che divora la città

L'inquinamento causato dall'estrazione mineraria a Cerro de Pasco, in Perù, sta avvelenando i bambini della città. Un'organizzazione guidata da uno scienziato ambientale italiano raccoglie i dati per dimostrare gli impatti dell'inquinamento e guidare azioni legali.

7 minuti | 8 Aprile 2022

Testi di Marco Franchi

L’eco gioioso delle voci dei bambini risuona nella gigantesca miniera a cielo aperto di Cerro de Pasco, nel cuore del Perù, mentre giocano spensierati nei dintorni, ignari dei rischi che corrono.

Un’immensa voragine, che precipita per 500 metri a pochi passi dalle prime case, divora da decenni gran parte della città peruviana, situata a oltre 4300 metri di altitudine nella cordigliera delle Ande. Si tratta di una delle città più alte del mondo.

Ma un altro record vede protagonisti i suoi 70 mila abitanti. Cerro de Pasco, a causa del rilascio nell’ambiente dei metalli pesanti contenuti nelle scorie prodotte dall’attività estrattiva, è uno dei luoghi più inquinati del pianeta.

Dalla miniera, di proprietà della multinazionale Glencore, colosso anglo-svizzero del settore, vengono estratti principalmente piombo e zinco. Le lacune normative del paese sudamericano condannano la comunità locale a subire i gravi danni alla salute generati dall’inquinamento ambientale da metalli pesanti.

I PRIMI STUDI SUGLI EFFETTI DELLA MINIERA

Da qualche anno, però, questa comunità ha un alleato: un’organizzazione che raccoglie preziosi dati ambientali che possono essere usati in sede legale a difesa delle popolazioni locali.

Dal 2008 infatti, l’organizzazione Source International svolge ricerche scientifiche con gli abitanti di Cerro de Pasco. È stata fondata da Flaviano Bianchini, scienziato ambientale di Calci, in Toscana, ed è attiva a livello globale nella lotta alle violazioni dei diritti umani causate dalle attività minerarie. A Cerro de Pasco, l’obiettivo di Bianchini è di portare alla luce i danni arrecati dalla miniera all’ambiente e alla popolazione.

L’impatto della miniera sulla salute dei bambini di Cerro de Pasco

Nell’ultimo studio pubblicato, i ricercatori e le ricercatrici di Source International hanno indagato l’impatto dei metalli pesanti nei bambini che quotidianamente ne sono a contatto. I risultati raccolti, pubblicati sulla rivista scientifica Scientific Reports, testimoniano una realtà allarmante: in tutti i bambini che vivono a contatto con la miniera sono presenti alte concentrazioni di metalli pesanti. L’esposizione cronica a elementi come alluminio, arsenico, ferro e piombo può provocare gravi conseguenze sulla salute dei più piccoli, mettendo a rischio non solo il loro futuro, ma anche quello dell’intera comunità di Cerro de Pasco.

Abbiamo chiesto a Flaviano Bianchini, presidente e fondatore di Source International di raccontarci che cosa sta accadendo nella città peruviana. 

Flaviano, come sei arrivato a Cerro de Pasco? Che situazione hai trovato al tuo arrivo la prima volta?

«La prima volta nella città fu 14 anni fa. Tramite un amico arrivò una richiesta di supporto da alcuni contatti a Cerro de Pasco, perché c’era bisogno di qualcuno che raccogliesse delle prove scientifiche per dimostrare l’inquinamento prodotto dall’estrazione mineraria. Quando arrivai, trovai una situazione disastrata. Si tratta di un posto allucinante, una sorta di girone dantesco. In quel momento è iniziato il nostro lavoro a Cerro de Pasco, un lavoro che prosegue ancora oggi». 

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AMBIENTE E SALUTE

Nel corso degli anni, con Source International, siete riusciti a portare alla luce molte prove che testimoniano i danni alla salute della comunità di Cerro de Pasco a causa dall’inquinamento provocato dalla miniera. Come vive la popolazione in questo scenario drammatico?

«Ci tengo innanzitutto a sottolineare come ambiente e salute delle persone siano in realtà la stessa cosa. Noi, tendenzialmente, viviamo in città e vediamo l’ambiente come un elemento separato.

Per esempio, per l’acqua c’è il rubinetto e per il cibo il supermercato, mentre consideriamo l’ambiente un luogo di svago. Per l’80% del mondo non è così. A Cerro de Pasco gli abitanti vivono davvero l’ambiente.

L’acqua non arriva dal rubinetto, ma proviene dai fiumi, e nella città viene contaminata dai metalli pesanti. Le polveri della miniera si elevano da grandi cumuli di scorie e finiscono all’interno delle case. Si depositano sugli alimenti, sui giochi dei bambini, che poi magari giocando vengono messi in bocca.

I DANNI ALLA COMUNITÀ

Gran parte del cibo viene prodotto in loco. Tutto avviene in un ambiente altamente inquinato. Anche il bestiame accumula metalli pesanti al pari degli abitanti.

L’inquinamento dell’ambiente impatta direttamente sulla salute: bisogna uscire dallo stereotipo che la tutela dell’ambiente e della salute siano due cose separate. Inoltre, a Cerro de Pasco non ci sono né risorse economiche né servizi. L’ospedale è spaventoso, circondato da scorie minerarie. Noi per andare a fare le analisi dovevamo portare i nostri guanti sterili, perché in ospedale non ne avevano». 

La comunità è consapevole della situazione che sta attraversando? Ci sono iniziative contro la compagnia mineraria?

«Loro sono consapevoli. Si ammalano, si rendono conto che i bambini si stanno ammalando. Chiaramente, il potere dell’impresa di estrazione è enorme. Controlla ogni aspetto della società: la politica, ma anche molti dei business accessori alla miniera.

IL CONTROLLO

Per esempio, controlla la raccolta dell’immondizia e la distribuzione dell’acqua. Ha in mano la città, e tutti hanno paura. È difficile formare un gruppo abbastanza nutrito di persone che voglia denunciare le violazioni dei diritti umani. Buona parte degli abitanti lavora per la società.

Il minimo che può fare la compagnia, nel caso di atti di protesta, è non far più lavorare queste persone. È un ricatto che in questi luoghi diventa vitale. Non ci sono tutele. E spesso non ci sono nemmeno le possibilità economiche per andarsene. La compagnia mineraria tiene sotto scacco l’intera comunità».

macchie sulla pelle di una bambina, conseguenza dell'inquinamento a cerro del pasco

Le macchie sclerotiche sulla pelle sono uno dei primi sintomi di intossicazione cronica da metalli pesanti. Nell’organismo di questa bambina di 13 anni sono stati rilevati valori pericolosi di ben 11 metalli pesanti tra cui piombo, arsenico, cadmio e cromo. Cerro de Pasco, Perù, 2019. Foto di Stefano Sbrulli per Source International

I danni alla salute che avete dimostrato possono provocare effetti indiretti anche sulle generazioni future?

«Abbiamo fatto un ultimo studio, non ancora pubblicato, in cui abbiamo analizzato il quoziente intellettivo dei bambini: a Cerro de Pasco è 12 punti più basso del paese situato a fianco. Il quoziente intellettivo si sviluppa nei primi 5, 6 anni di vita, poi non si sviluppa più: quei bambini sono insomma compromessi. La maggior parte di essi non finirà le scuole.

UN FUTURO COMPROMESSO

Stanno rubando il futuro a un’intera generazione. Il rischio ulteriore è innescare effetti intergenerazionali, perché i figli di genitori con un quoziente intellettivo più basso subiranno degli effetti diretti anche nella loro crescita ed educazione. L’impatto di quel che sta accadendo a Cerro de Pasco, sotto questa luce, è tremendo». 

Con Source International avete offerto alla comunità di Cerro de Pasco degli strumenti per difendersi dagli abusi perpetrati dalla compagnia mineraria. Ma nel concreto, è possibile difendersi?

«In questi paesi le multinazionali arrivano con dei budget stratosferici per il paese ospitante: possono comprarsi tutto. Il connubio fra politica e impresa, a Cerro de Pasco, è profondo e radicato. Noi, come Source International, non abbiamo uno strumento diretto per contrastare questo potere, ma mettiamo a disposizione di queste comunità la scienza.

Arriviamo su un terreno dove c’è già un movimento locale contro la miniera, che però ha bisogno di un appoggio: qualcuno che faccia ricerca scientifica per dimostrarne l’impatto effettivo. Grazie a questi interventi si possono poi intraprendere azioni di diverso tipo: politiche, legali o campagne mediatiche. Il nostro ruolo è proprio quello di raccogliere le prove scientifiche per metterle al servizio della comunità».

I PRIMI RISULTATI

Quali risultati sono stati ottenuti per la salvaguardia della comunità, grazie al vostro supporto?

«Il primo passo è stato ottenere la dichiarazione dello stato di emergenza, ambientale e sanitaria. Grazie a queste azioni il Governo ha stanziato dei fondi per coprire le scorie e costruire un muro contenitivo, che oggi impedisce ai bambini di andare a giocare tra i detriti.

Quelle montagne di scorie erano un parco giochi per i bambini. Chiaramente, però, siamo ancora lontani dall’avere veramente qualcosa di concreto. Continuiamo a lavorare, appunto, per la raccolta di nuovi dati e informazioni.

Queste attività sono le tappe di una strategia a lungo termine che ha un ultimo grande obiettivo: ottenere giustizia e, possibilmente, anche la bonifica della città di Cerro de Pasco, per finire coi risarcimenti a tutte le persone della comunità che hanno subito danni alla salute.

La missione di Source International è cambiare il modello dell’estrazione mineraria. Tutte le imprese estrattive che inquinano e violano i diritti umani dovrebbero pagare ingenti somme di denaro. Creare un nuovo sistema in cui è economicamente più vantaggioso non inquinare. È un desiderio ambizioso. Ma per cambiare il mondo bisogna avere questi obiettivi».

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  • Marco Franchi

    Marco Franchi è un fotografo naturalista. Laureato in Scienze Giuridiche all’Università di Udine, ha studiato e approfondito il ruolo del diritto nella tutela e nella conservazione della fauna selvatica. Ha un Master in Comunicazione della Scienza conseguito presso la SISSA di Trieste.

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