Al mercato ittico di Goro, il primo pomeriggio assomiglia a un momento di aggregazione sociale. I pescatori attendono fuori, si fumano una sigaretta e chiacchierano. Si dirigono uno alla volta in processione verso l’ufficio, dove viene loro assegnato un numero casuale che ogni giorno determina l’ordine di svolgimento delle aste del pesce. Nel frattempo fervono i preparativi, in mezzo ai tonfi di bancali e casse che vengono distribuiti a terra e il rumore di sottofondo dei mezzi, amalgamati dal riverbero del grande capannone. Con Elisabetta Zavoli, siamo arrivati qui prima dell’inizio delle contrattazioni, per incontrare i pescatori e consegnare loro un piccolo regalo da parte nostra. La fanzine Italòs, nella quale abbiamo raccontato una parte di An alien at my table, il lungo lavoro di documentazione che abbiamo realizzato sull’emergenza granchio blu (Callinectes sapidus) nel Mediterraneo orientale.
Eravamo qui un anno fa, quando il pavimento del mercato era coperto quasi esclusivamente di contenitori con dentro granchi blu. E c’eravamo anche mesi prima, a fine 2022, quando il granchio era già in crescita esponenziale, ma sembrava non essere poi così minaccioso per le vongole, che qui costituiscono la principale fonte di reddito.
Cesti blu contenenti granchi blu (Callinectes sapidus) riempiono il mercato ittico di Goro, Ferrara, Italia, 20 marzo 2023.
Mauro Veronesi, 59 anni (a destra) e Andy Farinelli, 47 anni (a sinistra) controllano i dati degli ultimi cinque anni di vendite di granchi blu al mercato ittico di Goro. Da gennaio ad agosto 2023, ne sono stati venduti 118.000 chili. Ferrara, Italia, 13 settembre 2023
Un meccanismo che non funziona
Oggi la situazione è di nuovo cambiata e di granchi al mercato se ne vedono passare pochi. Purtroppo, non per il motivo giusto. I pescatori infatti ci raccontano che «in realtà non ce ne sono meno dell’anno scorso, è che sono pagati così poco che molto spesso non ha senso per noi venderli al mercato, quindi il pescato lo mandiamo al macero oppure, nella peggiore delle ipotesi, lo rigettiamo in mare». Nel meccanismo di commercializzazione e utilizzo del granchio blu, una delle principali speranze per la mitigazione dell’invasione, qualcosa non sta funzionando.
L’obiettivo principale del nostro progetto An alien at my table è stato proprio documentare soluzioni dal basso al problema. Ce l’hanno detto in tanti, soprattutto persone di scienza: il granchio blu non scomparirà, rimarrà nei nostri mari per molto tempo. La prospettiva di trasformare questa specie aliena invasiva in un’opportunità commerciale era, e rimane ancora, una delle poche strategie percorribili per alleggerire gli impatti del granchio blu sull’ecosistema marino e sulle economie collegate.
Un enorme mucchio di granchi blu atlantici marcisce al sole vicino al molo di consegna delle vongole al porto di Goro, Ferrara, Italia, novembre 9, 2023. I granchi blu vengono pescati ogni giorno dagli allevatori di vongole e smistati per diventare rifiuti, perché troppo piccoli o perché il mercato italiano è saturo. Da giugno 2023 fino a dicembre 2023, più di 1000 tonnellate di granchi blu sono state pescate dagli allevatori di vongole dalle tre lagune costiere più grandi e più colpite del Delta del Po, ovvero la laguna di Canarin, la laguna di Scardovari e la laguna di Goro. Una serie di ordinanze e decreti legislativi hanno autorizzato gli allevatori a catturare i granchi blu con qualsiasi mezzo (nasse, reti, reti a strascico lagunari) in deroga alle normative di protezione delle lagune che fanno parte del Parco Regionale del Delta del Po, indebolendo ulteriormente un ecosistema già colpito dalla pesca eccessiva, dall’inquinamento e dagli impatti della crisi climatica.
Il nuovo business del granchio blu
«Il granchio blu subisce ancora l’oscillazione del mercato, per cui se se ne parla tanto viene valorizzato, se non se ne parla più perde valore. Ultimamente in molti mi chiedono se ci sia ancora granchio blu, perché non ne sentono più parlare. Certo che c’è, è semplicemente passato di moda. Nella mia vita c’è tutti i giorni, per esempio», spiega Carlotta Santolini, imprenditrice riminese che nel 2022, assieme a quattro socie, ha fondato Mariscadoras, una società che ha l’obiettivo di commercializzare specie ittiche aliene.
Con il progetto Blueat – la pescheria sostenibile – le mariscadoras hanno avviato la prima filiera commerciale italiana basata sul granchio blu, e le cose stanno andando bene. «Stiamo crescendo, in tutto il 2023 abbiamo comprato 162 tonnellate di granchio, mentre da gennaio a ottobre 2024 siamo già a 300. Attualmente raccogliamo circa cinque tonnellate al giorno e stiamo cercando un nuovo stabilimento nella zona del delta del Po, per aumentare la capacità produttiva. Puntiamo a raddoppiare i quantitativi il prossimo anno» spiega Carlotta Santolini. «Con il nostro lavoro, cerchiamo di evitare che il granchio subisca grandi oscillazioni del mercato. Un po’ come già succede con la vongola, che mantiene sempre un valore alto», aggiunge.
Blueat acquista granchi direttamente dai pescatori delle lagune di Goro e Scardovari, garantendo loro un prezzo di acquisto costante. Con il supporto di una rete logistica di aziende come Tagliapietra e cooperative locali, il prodotto viene poi preparato e spedito. Al momento, l’80% del prodotto viene esportato negli Stati Uniti e in Corea del Sud. Il restante 20% è ripartito tra Italia e resto d’Europa.
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La biologa marina Carlotta Santolini, 27 anni, con indosso un costume da granchio blu, siede esausta all’ingresso del centro espositivo dopo aver promosso il consumo di granchio blu alla Fiera Internazionale della Birra e dell’Attrazione Alimentare, a Rimini, Italia, 22 febbraio 2023. Santolini è la creatrice e fondatrice della startup Blueat.
Il valore del granchio blu
«Quello del granchio blu è un mercato che ha un potenziale: nel 2023 abbiamo fatturato 500 mila euro tra Italia e Stati Uniti, quest’anno siamo a un milione e 300 mila euro di fatturato. Un dato che ci dice che il business c’è e bisogna lavorare in questa direzione. È necessario però che consorzi, pescatori e istituzioni smettano di trattare il granchio blu soltanto come una cosa da distruggere. In molti lo odiano così tanto che non riescono a vederlo come risorsa», conclude Carlotta Santolini.
Il fatto che una specie aliena, originaria dell’Atlantico occidentale, sia pescata oggi in Mediterraneo e poi di nuovo esportata dall’altra parte dell’oceano, è rappresentativo di quanto sia caotico e impattante l’essere umano. Ma per ora il consumo in Italia è marginale: se si vuole dare un senso alla pesca di granchio blu, occorre andare verso mercati più aperti alle novità, come quello asiatico, oppure già predisposti alla specie, come gli Stati Uniti e le zone di origine del granchio blu.
Per mettere in piedi una filiera continua che garantisca una stabilità al mercato, è fondamentale incentivare il consumo e dare valore al granchio. Meglio se in un’ottica circolare, come stanno cercando di fare Rosa Zullo, Rosaria Lauceri, Simona Musazzi e Martina Austoni, ricercatrici del CNR-IRSA. Assieme a Blueat, hanno messo a punto una tecnica per estrarre chitosano, un polimero utile per la produzione di bioplastiche, dagli scarti di granchio, che in ambito alimentare costituiscono l’80% del peso.
Le ricercatrici del CNR-IRSA Istituto di Ricerca sulle Acque (da sinistra), Rosa Zullo, Rosaria Lauceri, Simona Musazzi e Martina Austoni osservano il film di chitosano ottenuto estraendo la chitina dal carapace del granchio blu, a Pallanza, Como, Italia, 20 novembre 2023. Il chitosano è il polimero di base per lo sviluppo di diverse applicazioni bioplastiche. La sua estrazione e caratterizzazione è stata sviluppata all’interno di un progetto di economia circolare insieme alla startup italiana Blueat con l’obiettivo di utilizzare gli scarti del carapace derivanti dalla lavorazione alimentare del granchio blu.
La politica si occupa più di presente che di futuro
Le prospettive non mancano. Purtroppo però, in Italia finora non è stato investito nemmeno un euro di denaro pubblico in progetti di creazione di una filiera commerciale e valorizzazione del granchio. I pochi soldi stanziati da governo e regioni sono andati prevalentemente in ristori per i danni agli allevamenti di vongole e a parziale copertura delle spese di smaltimento dei granchi pescati e non venduti. Una scelta che probabilmente ha portato un po’ di consenso momentaneo da parte del potente comparto produttivo dei pescatori del delta del Po, ma che non produrrà nessun effetto di mitigazione del problema sul lungo termine.
Maria Bugnoli, Sindaca di Goro, parla di fronte a Francesco Lollobrigida, Ministro delle Politiche Agricole, Sovranità Alimentare e Foreste (al centro), e Galeazzo Bignami, Vice Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti (secondo da sinistra), durante l’incontro organizzato per rassicurare gli allevatori di vongole sul supporto economico che il Governo avrebbe stanziato. Ferrara, Italia, 24 agosto 2023
Il 13 novembre 2024, il commissario straordinario al granchio blu Enrico Caterino, nominato dal governo lo scorso agosto, ha parlato in conferenza stampa di una serie di ipotesi, tra cui quella di realizzare, nel 2025, interventi di cattura di femmine nella fase in cui trasportano le uova.
La sensazione è che si sia perso moltissimo tempo e che la realtà sia molto più avanti di quello che la politica percepisce. I pescatori conoscono già da più di un anno abitudini, periodi, tecniche per la pesca del granchio blu. Nelle varie missioni ai mercati ittici nel delta del Po abbiamo potuto constatare come nel giro di sei mesi, all’inizio del 2023, molti pescatori di Goro e Scardovari abbiano parzialmente convertito la propria attività, inserendo la pesca di granchio blu.
Parlare oggi di interventi di cattura puntuali previsti per il 2025, quando sul campo c’è già chi potrebbe catturare tutti i giorni, suona come qualcosa di poco collegato alla realtà. Sembra che sotto sotto qualcuno nutra ancora la speranza di eradicare il granchio blu attraverso interventi definitivi, ma il mondo scientifico dice in modo unanime che l’eradicazione a questo punto è quasi impossibile. D’altronde la resistenza alla nuova normalità è un motivo ricorrente in questa emergenza.
Una crisi annunciata
Nonostante venga percepito come una novità, il granchio blu è arrivato nel bacino del Mediterraneo molto tempo fa, trasportato dalle acque di zavorra di qualche nave mercantile. Il primo avvistamento documentato risale al 1949, proprio in Italia, nel Golfo di Trieste. Ma in Grecia, i racconti dei pescatori che abbiamo incontrato al porto di Kavala lo collocano come presente già negli anni ‘30.
I primi esemplari documentati di granchi blu atlantici rinvenuti nel Mar Mediterraneo sono conservati presso il Museo di Storia Naturale Giancarlo Ligabue a Venezia, Italia, 14 dicembre 2023. Il primo granchio blu fu trovato nel 1949 nella laguna di Grado (Italia).
Nella zona del Po, i primi avvistamenti risalgono a circa quindici anni fa. Da allora, gli incontri si sono fatti man mano sempre più frequenti.
Il granchio blu ha trovato nel delta del Po le condizioni ideali: un grande apporto di acqua dolce, pochissimi predatori naturali e un ecosistema degradato, antropizzato e impoverito dalla monocoltura di vongole. Si tratta di una specie invasiva ideale per i nostri mari, perché più grande rispetto ai suoi simili, competitivo, vorace, robusto, con alti tassi riproduttivi e una dieta adattabile. Tutto questo, insieme agli effetti dei cambiamenti climatici, che provocano alluvioni più frequenti e inverni più miti, ha favorito il grande boom demografico tuttora in corso.
Vista aerea delle lagune salmastre costiere tra il lago Vistonida e il Mar Egeo a Porto Lagos, Grecia, 15 giugno 2023. Questa zona, che fa parte del Parco nazionale della Macedonia Orientale e della Tracia, è fortemente invasa dalla popolazione di granchi blu. Foto di Francesco Martinelli
L’esplosione demografica del granchio blu
Nella nostra prima missione sulle tracce del granchio blu, a fine 2022, Elisabetta ed io abbiamo parlato con Edoardo Turolla, biologo esperto di molluschicoltura dell’Istituto Delta di ecologia applicata di Goro. All’epoca, Turolla ci aveva spiegato di non avere riscontrato predazione sulle vongole. Ci aveva spiegato che essendo il granchio blu un predatore opportunista, preferiva dedicarsi alle cozze, oppure ad altro cibo semplice da trovare, perché «fuori dalla sabbia». Pochi mesi dopo, sarebbe stato proprio lui a mostrarci come il granchio blu apriva agilmente anche vongole di grandi dimensioni.
Con l’esplosione demografica, le lagune si sono ritrovate invase dai granchi, i quali naturalmente hanno iniziato a cibarsi anche di vongole. Una situazione che ha colto molti di sorpresa, ma che era prevedibile. Due articoli scientifici pubblicati nel 2015 e 2016, tra i cui autori figura anche Edoardo Turolla, ipotizzavano un boom del granchio blu proprio nelle lagune del Po. Inoltre, in altre parti del Mediterrano, come il delta dell’Ebro in Spagna, la foce del Neretva in Croazia o la laguna di Lesina in Puglia, la popolazione di granchio blu è in espansione ormai da qualche anno.
Non solo: anche il potenziale impatto sulle vongole era prevedibile. Neven Iveša, pescatore, biologo e ricercatore dell’Università di Pola specializzato nelle specie marine aliene, negli ultimi tre anni si è dedicato allo studio di alimentazione e riproduzione del granchio blu. Quando lo abbiamo incontrato, nel settembre del 2023, ci ha raccontato che le analisi sul contenuto stomacale di esemplari provenienti dalla Riserva ornitologica di Palù (Croazia), hanno confermato quello che dice la letteratura scientifica dall’altra parte dell’Atlantico, dove il granchio è autoctono: l’alimento principale sono i molluschi, bivalvi e gasteropodi. Per i pescatori della Chesapeake Bay, in Maryland, proteggere gli allevamenti di vongole è una cosa del tutto normale. Come sarebbe andata se i vongolari del Po avessero protetto preventivamente i loro allevamenti, non lo sapremo mai. In ogni caso, ora c’è una situazione nuova alla quale bisogna adattarsi.
Edoardo Turolla, 53 anni, biologo dell’Istituto Delta Ecologia Applicata, mostra alcune vongole predate (Ruditapes philippinarum) da granchi blu nella laguna di Goro, Ferrara, Italia, 7 giugno 2023. Le acque poco profonde della laguna (tra 0,6 e 3 m di profondità) hanno dato vita a una fiorente economia basata sulla molluschicoltura.
Neven Iveša, 44 anni, biotecnologo ricercatore presso la Facoltà di Scienze Naturali dell’Università Jurja Dobrile di Pola, cattura granchi blu nelle acque salmastre della riserva ornitologica speciale di Palud, Croazia, 6 settembre 2023. Dal 2021, Iveša ha iniziato a trovare granchi blu lungo le coste dell’Istria. Nel 2023, la ricerca di Iveša si è concentrata sullo studio del contenuto dello stomaco del granchio blu e ha trovato una grande concentrazione di molluschi bivalvi e plastica. Iveša ha osservato che la presenza di granchi blu in Croazia è aumentata costantemente negli ultimi cinque anni. A suo parere, il problema dovrebbe essere affrontato a livello di bacino tra tutti i paesi che si affacciano sul Mar Adriatico invece di sviluppare strategie troppo locali.
I sistemi di difesa dal granchio blu
Come ogni giorno, Alessio Tagliati, pescatore di 41 anni, si prepara a recuperare le nasse calate in acqua. La Cooperativa Gorino, di cui Alessio è presidente, ha distribuito nella Sacca di Goro quasi mille nasse per la cattura dei granchi blu. Si tratta di gabbie a due camere, “all’americana”, progettate specificamente per il granchio blu, con maglie e un’esca – generalmente cefalo – all’interno.
«Abbiamo investito molto, diversificato, e adottato nuove tecnologie per restare competitivi, ma la situazione non è semplice», spiega Alessio Tagliati. La cooperativa, che conta 44 soci e si occupa principalmente di vongole, negli ultimi anni ha saputo rapidamente adattarsi, puntando anche sulle ostriche. Il granchio blu ha dato un colpo a un settore che aveva già delle difficoltà a causa del cambiamento climatico. «Quest’anno è stato troppo caldo, il prodotto non è cresciuto a sufficienza e abbiamo perso il 35% delle vongole a causa della mareggiata di scirocco e dell’acqua dolce portata dal Po».
Inginocchiato nelle acque poco profonde della laguna di Goro, Alessio Tagliati, 41 anni, scopre di aver perso l’intero raccolto di vongole, Ferrara, Italia, 2 agosto 2023. Oltre il 90% della popolazione di Goro vive esclusivamente di acquacoltura di vongole.
Un granchio blu esce dal selezionatore di vongole nella laguna di Goro, Ferrara, Italia, 24 maggio 2023. Da aprile 2023, le cooperative di allevatori di vongole hanno trovato sempre più granchi blu nei loro raccolti di vongole e un numero crescente di vongole morte mangiate.
Per difendere le aree di produzione dalle incursioni del granchio blu, la cooperativa ha implementato una strategia articolata. «Abbiamo recinti alti due metri con reti interrate di 25 centimetri, e teli a copertura. Ma anche così non basta: usiamo gabbie all’esterno e all’interno dei recinti per catturare i granchi, creando una vera e propria barriera difensiva».
Questi sistemi si stanno rivelando efficaci, ma per via dei costi e del lavoro in più cambiano completamente la redditività dell’intero settore. Alessio Tagliati e la sua cooperativa hanno elaborato rapidamente la nuova situazione e hanno reagito in maniera meno conservativa rispetto ad altre realtà.
«È impossibile tornare a ciò che era prima, almeno finché il granchio resterà qui», continua Tagliati. «Considera che solo la rete costa circa 140 euro al metro: noi ne abbiamo circa un chilometro. Poi ci sono pali, manutenzione e la pulizia necessaria per mantenerla operativa. È un lavoro oneroso sotto ogni punto di vista. Con questo sistema di difesa arriveremo forse al 50% della produzione di un tempo, ma con spese molto più elevate. Tuttavia siamo fiduciosi, abbiamo creato dei buoni presupposti e credo che nel 2025 ci sarà una ripresa per la Cooperativa Gorino».
Alessio Tagliati, 41 anni, preleva alcune gabbie galleggianti di ostriche (Ostrea) dal vivaio che gestisce nella laguna di Goro, Ferrara, Italia, 4 ottobre 2023. Per cercare di limitare i danni che i granchi blu arrecano all’allevamento di vongole, Tagliati ha avviato un progetto di allevamento di ostriche per differenziare il suo reddito. Le ostriche sono meno colpite dai granchi blu perché il loro guscio è più resistente e difficile da rompere.
I pescatori della Cooperativa Gorino hanno lavato via le alghe accumulate sulle recinzioni metalliche dei circa 2 ettari di concessione che hanno chiuso per proteggere i loro allevamenti di vongole nella laguna di Goro, il 5 marzo 2024. Gli scienziati sono scettici rispetto al successo di queste barriere, perché non bloccano piccoli granchi e larve. Inoltre, chiudere l’area della laguna con delle recinzioni influenzerà negativamente la circolazione delle correnti che portano ossigeno e nutrienti necessari all’interno della laguna.
Una nuova normalità
Prendere atto che la realtà è cambiata e organizzarsi di conseguenza è un passaggio necessario per tutto il settore ittico delle lagune. Come sottolinea Alessio Tagliati, anche se mancano alcuni presupposti importanti, il commercio e la lavorazione del granchio blu sono fondamentali. «Quest’anno il prezzo è crollato a 5 centesimi al chilo al mercato ittico, un valore ridicolo. Noi non lo vendiamo sotto l’euro: tra esche, benzina e la manutenzione delle nasse non ci stiamo dentro. Attualmente riusciamo a vendere 3-400 chili di granchio al giorno, non al mercato ma direttamente a realtà che lo commerciano, come Blueat. Un reddito che ci aiuta, integrando quello delle vongole e delle ostriche. Per il futuro, bisogna investire per aumentare le quantità e consolidare una filiera completa che comprenda anche la lavorazione, in cui ognuno fa la sua parte. Questa è una situazione che richiede soluzioni strutturali, non solo ristori momentanei».
In effetti, a voler essere un po’ provocatori e un po’ letterali, si potrebbe dire che l’emergenza in senso stretto è finita. Emergenza significa “situazione imprevista” e questa non lo è più. Il granchio blu c’è e ci sarà anche in futuro: la sfida ora è adattarsi alla nuova normalità, limitando più possibile gli impatti che, inevitabilmente, il granchio blu avrà sugli ecosistemi marini di cui è ospite involontario.
Pescatori della Cooperativa Gorino sistemano i teli per coprire le vongole sul fondale marino per evitare che vengano predate dai granchi blu, Goro, Ferrara, Italia, 18 luglio 2023. Le acque della laguna di Goro variano da 60 cm a 3 m. I teli possono coprire le vongole solo per poche settimane, poi devono essere rimossi, lavati e poi riposizionati. Sul fondale marino, i teli accumulano alghe e limo, riducendo così la circolazione dell’acqua. Se non vengono puliti, le vongole possono morire per asfissia.