Bandiere blu, acque nere: il depuratore di Lignano Sabbiadoro

Il depuratore di acque reflue di Lignano Sabbiadoro, località sul mare Adriatico, ha una capacità di trattare i reflui di 86.400 Abitanti Equivalenti. Ma Lignano, in estate, può ospitare anche 250.000 persone in un solo giorno.

13 minuti | 11 Agosto 2023

Lignano Sabbiadoro è una città costiera dell’Alto Adriatico, nella ex Provincia di Udine. Lignano si trova su una piccola penisola, stretta tra la laguna di Marano e il mare aperto. 

Da una parte si aprono gli orizzonti lagunari profondi, paesaggi segnati dal ciclo delle maree e popolati da specie uniche. Dall’altro lato, invece, la lunga spiaggia sabbiosa è la meta di milioni di turisti, pronti ad affollare bar, ristoranti e discoteche di una località dove in inverno risiedono circa 8000 persone, ma che nei mesi estivi può arrivare ad accoglierne anche 250.000 nello stesso giorno.

Nell’immaginario comune, e secondo i dati raccolti sul lungo periodo, la qualità dell’acqua di balneazione di Lignano Sabbiadoro è impeccabile; una qualità premiata con ben 34 “Bandiere blu” consecutive. La bandiera blu è un riconoscimento conferito ogni anno dalla Foundation for Environmental Education (FEE) a quelle località balneari che garantiscono un ottimo status ambientale e una grande varietà dei servizi durante la stagione turistica. La bandiera blu – i cui criteri, a volte, sono stati messi in discussione – ha un ruolo indubbio nel rendere una località più attrattiva per il turismo. 

Di recente, la reputazione di Lignano ha rischiato di essere scalfita da una controversia sul depuratore di acque reflue che serve la città. La questione riguarda la possibilità che il depuratore sia sottodimensionato e non in grado di trattare a dovere la quantità di reflui che affluiscono durante i mesi estivi. Il depuratore si trova nella parte settentrionale di Lignano, a ridosso della laguna di Marano. A partire dal 2004, gli interventi per l’adeguamento del depuratore alle nuove normative ambientali hanno dato il via a una vicenda che ha messo in luce tutta la difficoltà di operare in una realtà complessa come quella di Lignano Sabbiadoro.

 

Lignano Sabbiadoro, la “Florida d’Italia”

Grazie a un’audace operazione di branding in anticipo rispetto ai tempi, Lignano Sabbiadoro era definita la “Florìda d’Italia”. L’espressione viene attribuita addirittura a Ernest Hemingway, descritto come un grande estimatore della cittadina friulana. In realtà, pare che l’autore de Il vecchio e il mare non fece altro che una breve comparsata a Lignano Sabbiadoro, fermandosi soltanto qualche ora. Il motivo della sua visita riguardava la possibilità di un affare immobiliare che, all’ultimo, non andò a buon fine. Il paragone con la Florìda non ebbe il successo sperato, ma Lignano è diventata comunque una località turistica di spicco.

Ciò fa sì che Lignano abbia una notevole fluttuazione stagionale di residenti. Se d’inverno il numero di abitanti è paragonabile a quello di un paese, d’estate si possono raggiungere numeri pari a quelli di una città italiana di medie dimensioni. È per questo motivo che gli interventi avrebbero dovuto garantire, alla fine dei lavori e secondo i calcoli fatti in origine, una capacità di trattare i reflui di 180.000 Abitanti Equivalenti.

Gli Abitanti Equivalenti costituiscono una misura di base per calcolare la quantità di sostanze organiche convogliate in fognatura nell’arco temporale di 24 ore. Per ottenere il numero finale si fanno le opportune distinzioni tra persone che risiedono in pianta stabile, abitanti stagionali, presenze brevi o esclusivamente giornaliere. Oggi il depuratore opera con una capacità di 86.400 Abitanti Equivalenti

La contaminazione da Escherichia coli

Attraverso la rete fognaria, i reflui confluiscono al depuratore e, una volta trattati, vengono scaricati in mare aperto, a circa sei chilometri a largo. Ma è in prossimità della spiaggia, a un centinaio di metri dalla costa, che il 14 giugno 2022 il personale di ARPA ha riscontrato la presenza di 1013 ufc/100 ml di Escherichia coli [Unità Formante Colonia, l’unità di misura per stimare la quantità di batteri in un campione], più del doppio rispetto al limite di legge, fissato a 500 ufc/100 ml. L’Escherichia coli e gli enterococchi intestinali sono i principali indicatori di contaminazione fecale dei corpi idrici. È per questo che sono due dei parametri considerati nei monitoraggi delle acque di balneazione. 

L’evento ha fatto sì che il Comune di Lignano Sabbiadoro emanasse con urgenza un’ordinanza che vietava la balneazione a partire dal giorno successivo, il 15 giugno. A seguito di un successivo controllo che ha dato risultato del tutto negativo, l’ordinanza è stata revocata e la gente ha potuto rituffarsi in mare. Nonostante la sua brevità, la vicenda ha comunque suscitato un nuovo interesse nei confronti del depuratore. Secondo alcuni, potrebbe essere una delle fonti di Escherichia coli successivamente individuati nelle acque di Lignano Sabbiadoro.

depuratore di lignano sabbiadoro

Il depuratore di Lignano Sabbiadoro. 5 luglio 2023.

Il depuratore di Lignano Sabbiadoro: progetti, varianti e conflitti

Nel 2004, il compito di progettare il nuovo impianto di depurazione di Lignano venne affidato alla Noesis Italia Srl. «Il depuratore, dopo l’emanazione delle nuove normative, era diventato insufficiente nella sua capacità nominale, e mancavano alcune unità fondamentali. Il carico organico che genera la contaminazione dell’acqua, infatti, è dato sì dalle sostanze carboniose, ma anche dalle sostanze azotate a da quelle fosforate. Per esse, il depuratore non aveva alcun sistema di trattamento», ricorda l’ingegner Paolo Pivato, che nel 2007 era consulente di processo per Noesis Italia.

«A Lignano la fognatura non colletta separatamente le acque meteoriche da quelle domestiche, non le separa. Per questo motivo il depuratore – ed è un suo pregio – aveva già in dotazione una linea di trattamento delle acque di pioggia. Ma la condizione di Lignano Sabbiadoro è eccezionale, con una grande fluttuazione stagionale. È per questo che si era reso necessario sviluppare un impianto modulare, non “obbligato” a trattare il carico massimo per tutto l’anno. Per raggiungere tale obiettivo, il progetto prevedeva più lotti: quattro».

Il progetto si sarebbe dovuto realizzare, lotto dopo lotto, entro il 2016 in base alle esigenze e alle possibilità del gestore del servizio idrico, che dal 2012 in poi è stato il CAFC, Consorzio Acquedotto Friuli Centrale; ovverosia l’azienda che gestisce l’intero ciclo integrato dell’acqua di 83 comuni della ex Provincia di Udine: dagli acquedotti agli impianti fognari e di depurazione.

La variante di progetto

Nel 2012, CAFC sottoscrisse un contratto con Noesis Italia per la direzione dei lavori dei primi due lotti. Tutto sembrava procedere per il meglio fino a quando Noesis Italia e CAFC si sono trovati in disaccordo nella scelta della strategia per “fondere” i primi due lotti in uno, una variante di progetto che avrebbe permesso di risparmiare tempo e denaro. Poco dopo, tra il 2014 e il 2015, le parti sono entrate in conflitto e, successivamente, in tribunale. Nel 2015 CAFC decise di risolvere il contratto per inadempimento, ma nel 2019 il Tribunale di Udine ha stabilito che si era trattato di una risoluzione illegittima.

laguna di marano

La laguna di Marano, vista da sopra lo sfioro di via Lovato, in prossimità del depuratore. Lignano Sabbiadoro, 14 giugno 2023.

depuratore di lignano sabbiadoro

Sfioro in laguna presso l’edificio della centrale idrovora del depuratore. Lignano Sabbiadoro, 4 luglio 2023.

I lavori al depuratore – che ancora oggi svolge le sue attività grazie a una autorizzazione con prescrizioni – sono proseguiti con lentezza e non sono stati ancora ultimati. Al momento CAFC sostiene che il depuratore sia già capace di soddisfare le necessità degli abitanti di Lignano. Dall’altra parte, c’è chi afferma che l’adeguamento del depuratore di Lignano, realizzato solo parzialmente, non sia sufficiente e non riesca a trattare la quantità di reflui che dovrebbe.

La legge che regola gli scarichi di acque reflue urbane provenienti da agglomerati a forte fluttuazione stagionale stabilisce che gli impianti di depurazione debbano essere dimensionati considerando il massimo carico prevedibile, calcolato sulla base dei dati statistici di afflusso turistico relativi alla settimana di massima presenza. Durante l’estate non è raro che a Lignano ci siano più di 200.000 persone per più giorni consecutivi. 

 

Pioggia e politica in laguna

Anche la politica locale – da più parti – si è interessata alle vicende del depuratore di Lignano. Graziano Bosello, che a febbraio 2023 è stato eletto segretario regionale della Lega, nel 2019 aveva affermato che «dal 2004, quando sono stati recuperati 4 milioni per l’opera, sono passati 15 anni e l’impianto non ha raggiunto ancora l’operatività sperata. Negli anni si sono innescati meccanismi che hanno impedito la realizzazione di un impianto adeguato alle necessità di Lignano». 

Cristian Sergo, coordinatore territoriale di Udine del MoVimento 5 Stelle, si è speso a lungo per richiamare l’attenzione sul tema. «Il depuratore di Lignano è autorizzato a trattare 1800 metri cubi all’ora. Lo fa attraverso due linee: una da 600 e una da 1200. Quella da 1200 è la linea completata nel 2015 e doveva avere due sedimentatori a disposizione, entrambi da 600 metri cubi all’ora. Nel 2015 ne hanno costruito uno, come previsto», spiega Sergo.

«Nelle prove di collaudo si dice che invece di fare 600 metri cubi all’ora, il sedimentatore ne fa circa 364. Nel 2018 hanno fatto una deviazione dei reflui per permettere a quelli che uscivano dalla linea da 1200 di essere depurati nel grande sedimentatore circolare già esistente. Ma questo non può trattare più di 900 metri cubi all’ora. Quindi la capacità massima del depuratore è di 1264 metri cubi all’ora, e non 1800 come autorizzato a trattare». 

Le forti piogge possono mettere sotto pressione le fognature, al punto da minacciare la sicurezza idraulica. È in questi casi che si aprono gli sfiori, manufatti che permettono di sfogare le acque in eccesso nell’ambiente. Si tratta di un’attività non comune e da condurre con grande attenzione. L’acqua piovana, infatti, una volta entrata nelle condotte, raccoglie e trasporta tutti i residui che si sono accumulati durante il periodo di assenza di pioggia. Quest’acqua, di conseguenza, risulta avere un carico organico non trascurabile.

Il depuratore di Lignano è preparato ad affrontare simili evenienze, poiché dotato di un impianto per il trattamento delle “prime piogge”. Nonostante ciò, uno dei problemi che sembrano esserci a Lignano deriva dal fatto che ci sono state aperture dello sforo in laguna anche durante periodi di siccità. «Il problema di Lignano è che lo scarico in laguna viene attivato anche quando non piove», puntualizza Cristian Sergo. È una affermazione confermata da varie testimonianze dirette e dal confronto tra i dati sulle precipitazioni con quelli sulle giornate di apertura degli sfori.

laguna di marano

Conchiglie e rifiuti nei sedimenti in prossimità del depuratore, durante un periodo di bassa marea. Lignano Sabbiadoro, 14 giugno 2023.

La qualità dell’acqua e della laguna

Gli organi e le autorità che vigilano sul depuratore valutano la situazione in maniera diversa. L’autorizzazione per le attività dello scarico viene rilasciata dal Servizio gestione risorse idriche della Regione Friuli Venezia Giulia. Paolo De Alti, Direttore del Servizio, chiarisce che «le vicende del depuratore di Lignano non sono legate a un problema ambientale vero e proprio. Negli ultimi cinque anni ci sono stati pochissimi sforamenti. Anche se durante i mesi con maggior presenza di turisti è “tirato per il collo” ed è al limite, il depuratore fa il suo mestiere».

L’impianto, inoltre, avrebbe un ruolo marginale nel determinare la situazione di inquinamento presente nella Laguna di Marano. La laguna, infatti, rappresenta una sistema estremamente complesso, su cui agiscono moltissime pressioni, dalle industrie chimiche alla zootecnia. A confronto con tutte queste pressioni, l’impatto del depuratore sembrerebbe essere ben poca cosa. «Il depuratore non ha alcun effetto sulla laguna. Può essere vero che saltuariamente l’impianto debba scaricare in laguna ma si tratta comunque di acque con un carico inquinante molto diluito. Dire che le condizioni ambientali della laguna – buone o cattive che siano – sono determinate dal depuratore di Lignano è una corbelleria», puntualizza De Alti.

Qualunque sia la loro origine, la presenza di batteri in laguna è un dato di fatto. È così che, più volte negli ultimi anni, gli Escherichia coli sono stati ritrovati nei molluschi bivalve che si pescano in alcune zone della laguna di Marano. Ogni qualvolta ciò si è verificato, il Dipartimento di prevenzione dell’Azienda Sanitaria ha emanato un’ordinanza che vietava il consumo umano dei molluschi. L’ultima di queste ordinanze è dell’11 agosto 2023.

lignano sabbiadoro

Boa rossa e vista sul mare Adriatico. In questo punto, sul fondale, scorre la tubatura dello scarico del depuratore. Lignano Pineta, 14 giugno 2023.

Una questione di metodo

Il dubbio rimane quando si osservano le serie di dati sulla presenza di Escherichia coli ed enterococchi intestinali nei sei punti in cui ARPA raccoglie i campioni d’acqua di balneazione. Gli sforamenti dei limiti di legge sono pochissimi; dal 2010 a oggi se ne contano soltanto due, il 5 settembre 2011 e il 14 giugno 2022. Tuttavia la presenza entro i limiti di rilevamento dei due marcatori è pressoché una costante. A volte i valori sono bassi, altre volte rasentano il limite di 500 ufc/100ml. I prelievi di acqua avvengono una volta al mese, da aprile a settembre, in ognuno dei sei punti. Si tratta di un metodo efficace per stabilire con una certa sicurezza che quell’acqua sia – in generale – pulita?

«Il metodo non è perfetto. ll monitoraggio di Escherichia coli è difficile e molto complesso. Sono organismi a tratti sfuggenti che possono riprodursi in maniera fulminea oppure scomparire con altrettanta velocità. Le variazioni sono amplissime e veloci», racconta De Alti, «in passato ci sono stati dei casi in cui vi erano alti valori di Escherichia coli e allora abbiamo autorizzato l’uso di acido peracetico [un potentissimo agente antisettico e antibatterico n.d.a.] con cui trattare i reflui prima della loro immissione nella condotta a mare».

«Ma si trattava di situazioni contingenti: l’acido peracetico è un inquinante e va usato con grande cautela», precisa De Alti. «Abbiamo usato un dosaggio che ha fatto sì che l’effetto della sostanza si esaurisse prima dell’uscita dallo scarico a mare. In generale, però, è bene ricordare che le persone possono stare tranquille: nel mare di Lignano si può fare il bagno con serenità».

Vicende come quella di Lignano Sabbiadoro sono esemplificative di quanto sia laborioso progettare e monitorare un sistema di depurazione inserito in un contesto ambientale delicato. In un’area come quella della ex provincia di Udine, dove i depuratori sono centinaia, sarebbe necessario procedere a una valutazione d’insieme su eventuali criticità di questo intricato sistema di canali, tubazioni, depuratori e scarichi.

Una maggiore sensibilità ambientale porta a considerare come inaccettabili alcune situazioni che, fino a pochi anni fa, non sarebbero mai state oggetto di discussioni così accese. Allo stesso tempo, gli eventi di Lignano permettono di capire con quanta difficoltà, nell’intero Paese, le istituzioni stiano vigilando sullo stato di salute dell’ambiente, spesso facendo i conti con risorse inadeguate o mal distribuite.

lignano sabbiadoro

Vista su Lignano Pineta. In alto, sulla destra, la laguna di Marano. Lignano Pineta, 14 giugno 2023.

Questo articolo è stato prodotto con il supporto di Internews’ Earth Journalism Network.

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