Dove si fa la scienza del clima: la stazione atmosferica di Finokalia

I dati fondamentali per capire come sta cambiando il clima si raccolgono in luoghi remoti come la stazione atmosferica di Finokalia, a Creta. L’abbiamo visitata per capire dove nasce la scienza del clima.

7 minuti | 17 Novembre 2023

Il 2023 è stato l’anno più caldo che l’essere umano abbia mai registrato. Eventi meteorologici estremi, siccità prolungate e piogge forti aumentano inesorabilmente. Quello che trent’anni fa sembrava per qualcuno la proiezione dell’allarmismo della scienza, oggi è una realtà che si va sempre più materializzando.

Nel frattempo, nonostante tutto, si diffondono negazionismi e semplificazioni di ogni genere, spinti da una classe politica e da un mondo dell’informazione troppo poco responsabile per preferire la solidità scientifica alla polarizzazione (e gli ascolti). Come sempre, la persona comune si ritrova in mezzo a questo vortice con pochi appigli, una situazione spiegata bene da Stella Levantesi e Antonio Scalari in questo articolo, un po’ datato ma sempre valido.

E allora, un buon modo per stare lontani dai tranelli dialettici di chi prova a riportare tutto su un piano soggettivo e di opinione, è quello di conoscere meglio i luoghi dove questa scienza del clima, fatta di dati, modelli, scenari e variabili, si concretizza. Visto che, per motivi che scopriremo, non è sempre facile raggiungere e accedere a certi siti, vi ci portiamo noi.

 

La stazione atmosferica di Finokalia

Lo scorso ottobre ho visitato, assieme alla fisica e videomaker Emma D’Orto, una tra le stazioni atmosferiche più spettacolari d’Europa, a Creta. Ci siamo avventurati in macchina sulla costa nordorientale dell’isola, un saliscendi continuo in un paesaggio duro e arido.
Qualche chilometro dopo Nofalias, uno dei minuscoli villaggi che costellano le stradine di questa zona, appare all’orizzonte una snella torre bianca che indica l’obiettivo del nostro viaggio: la stazione atmosferica di Finokalia. 

Si tratta di uno dei posti in cui si fa una parte importante della scienza del clima. Qui, da 30 anni, si registrano in continuo quei dati atmosferici che alimentano gli studi su quello che accade al nostro pianeta. La stazione è stata costruita nel 1993 dall’Università di Creta, in cima a un promontorio, inizialmente con lo scopo di raccogliere misurazioni su aerosol e inquinamento atmosferico. 

L’arrivo alla stazione è spettacolare: nel panorama aspro dell’isola, una stradina sterrata si inoltra verso la costa, sullo sfondo il blu del mare di Creta. Superato un piccolo cimitero ortodosso, c’è l’ultimo tratto, da brividi, su uno stretto tracciato in cemento. Ad attenderci, in cima, c’è Nikos Kalivitis, fisico dell’atmosfera dell’Università di Creta e responsabile scientifico della stazione. L’infrastruttura è essenziale: tre container, ben fissati a terra per resistere ai venti, e un piccolo edificio in muratura alla base della torre principale. Intorno e sopra, strumenti e cavi che finiscono all’interno dei container. Il paesaggio è quasi esclusivamente naturale, l’acqua si scontra con le coste rocciose, solcate da qualche piccolo canyon che racconta l’antica presenza di fiumi. 

Nikos Kalivitis finokalia

Nikos Kalivitis sul tetto del container per la manutenzione del fotometro solare CIMEL, uno strumento che misura la concentrazione dell’aerosol atmosferico. I dati raccolti contribuiscono al progetto internazionale AERONET, della NASA.

Che dati raccoglie una stazione atmosferica

Le ragioni della scelta di un luogo così remoto sono abbastanza ovvie: per raccogliere dati che siano il più possibile “puliti”, bisogna allontanarsi dalle sorgenti di emissioni umane. Inoltre la zona è particolarmente adatta, perché battuta dai venti che evitano il ristagno prolungato di masse di aria.
In questo modo, si ottiene quello che gli scienziati chiamano “background atmosferico”, cioè un’idea della composizione dell’atmosfera a prescindere dall’inquinamento. I dati di background potranno così essere comparati con quelli di altre stazioni. Nel caso di Creta, ce n’è una simile costruita nel centro del capoluogo di Creta, Heraklion. 

Nikos ci racconta che in alcuni periodi gli strumenti di Finokalia registrano un livello di inquinamento atmosferico molto più alto di quanto ci si aspetterebbe in un luogo così remoto. Questo dipende dal fatto che Creta è il punto d’incontro di molte correnti, che sono in grado di trasportare aerosol e inquinanti, per esempio, dall’Europa continentale. «Conoscendo i movimenti delle masse d’aria, siamo in grado di sapere con buona approssimazione da dove arrivano gli inquinanti che registrano i nostri strumenti» spiega Nikos. «L’atmosfera non segue i confini amministrativi», aggiunge.

Oggi la stazione raccoglie in continuo una grande quantità di dati, relativi a aerosol e vari inquinanti, ma anche gas serra come metano, anidride carbonica e monossido di carbonio. «Da vent’anni a questa parte, i nostri strumenti ci hanno mostrato in diretta un aumento della concentrazione di CO2 in atmosfera di circa il 15%», spiega Nikos. «Mentre l’effetto dei gas serra sul clima è di facile valutazione, l’impatto dell’aerosol è molto più complicato da stimare. Infatti, le particelle sospese in atmosfera possono, a seconda della composizione e della struttura, assorbire oppure riflettere la radiazione solare».

Digitale e fisico

I dati raccolti qui vanno ad arricchire database open access come questo, liberamente  accessibili agli scienziati di tutto il mondo. Le osservazioni di Finokalia hanno contribuito a diversi progetti scientifici e sono state inserite in quei modelli climatici che ormai iniziamo a conoscere tutti grazie ai report dell’IPCC. Inoltre, le misurazioni a terra vengono utilizzate per calibrare i satelliti e verificare, di tanto in tanto, se il dato fotografico del satellite corrisponde effettivamente al valore misurato. 

stazione atmosferica

All’interno del container più recente, condizionato per mantenere bassa la temperatura degli sturmenti, Nikos Kalivitis controlla i dati dell’etalometro, che misura il black carbon atmosferico, cioè la parte carboniosa dell’aerosol in atmosfera.

In questo promontorio rurale di un’isola del Mediterraneo si produce una conoscenza estremamente sofisticata. Colpisce il contrasto con la dimensione pratica della stazione, fatta di cavi, container e strumenti. Almeno due volte a settimana, Nikos e altri scienziati visitano la stazione, per controllare il corretto funzionamento ed eseguire altre operazioni. Si va dal controllo manuale dei dati raccolti, alla manutenzione fisica della strumentazione.
Può quindi capitare di trovare il dottor Kalivitis sul tetto di un container, impegnato a spruzzare aria dentro ai cilindri di metallo del fotometro solare, per liberarlo dai ragni.

Immersi nel territorio

Oggi i dati vengono inviati in tempo reale al data center a Heraklion, dove c’è la sede principale dell’Università. Eppure, non è sempre stato così: prima dell’era di internet, non era possibile sapere nemmeno se gli strumenti stessero funzionando o meno. In quei tempi erano alcuni abitanti locali a controllare in caso di maltempo che tutto funzionasse e a segnalare eventuali guasti.

Testimone di quel periodo andato è la proprietaria della Taverna Frideriki, l’unica presente nei paraggi. L’abbiamo conosciuta dopo un pranzo a base di omelette, patate e insalata greca, con il sottofondo continuo della radio del padre anziano.

stazione atmosferica

La stazione atmosferica si trova in un luogo remoto, questo garantisce un’alta probabilità di registrare dati che non risentono dell’inquinamento prodotto localmente. Intorno, solo il cimitero di Agios Nikolaos (San Nicola) e i due piccoli villaggi di Finokalia e Koudoumalo.

La signora Frideriki si commuove raccontando la nascita della stazione atmosferica e il supporto che il marito Mihalis e gli altri abitanti del luogo hanno dato agli scienziati nel corso degli anni. Con una fiducia nella scienza che non ti aspetteresti di trovare in un contesto che sembra uscito direttamente dagli anni ‘60, ci racconta di come, nella sua piccola esperienza personale, stia vivendo anche lei, nel suo fazzoletto di terra nell’isola di Creta, l’esperienza del cambiamento. 

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  • Francesco Martinelli

    Francesco Martinelli è un naturalista e giornalista scientifico. Si occupa di natura e conservazione, con particolare attenzione per la sostenibilità ambientale e culturale dell’entroterra italiano.
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