I registi Paolo Rossi e Nicola Rebora, dopo la realizzazione del documentario dedicato al gatto selvatico (Gatto Sarvaego, presentato anche su queste pagine nel 2021), ritornano tra le montagne dell’Appennino Ligure per filmare gli animali selvatici che lo abitano. I protagonisti, questa volta, sono quelle specie che sono state in grado di resistere all’espansione umana nei decenni scorsi.
Anche se oggi sono spopolati, infatti, fino agli anni ’50 del Novecento i monti dell’entroterra ligure erano densamente abitati: si tagliavano i boschi, si creavano pascoli, venivano cacciati gli animali selvatici per vendere le loro pelli. Linci, lupi e cervi furono sterminati, mentre altre creature come volpi, mustelidi e gatti selvatici riuscirono in qualche modo a sopravvivere.
Ed è proprio il gatto selvatico europeo (Felis silvestris silvestris) uno dei protagonisti del documentario, grazie a una scena del tutto inedita: una mamma e i suoi due piccoli intenti a giocare, incorniciati dal canto dei ghiri e dalla tenue luce di tante lucciole. Si tratta delle prime immagini in assoluto a testimonianza dell’avvenuta riproduzione del felino sull’Appennino Ligure. L’identificazione della specie è stata confermata dall’esperto Stefano Anile della Southern Illinois University.
Il film si è aggiudicato il premio Best Beast – Per la visione incontaminata senza interferenze umane della fauna selvatica al Festival internazionale di cinema rurale Corto e Fieno 2021.
Il cortometraggio è stato realizzato grazie a uno sponsor principale, ALMO NATURE – Fondazione Capellino e alle donazioni di privati, raccolte attraverso un crowdfunding dedicato su Produzioni dal Basso. Rossi e Rebora sono ora al lavoro sul seguito di questo documentario, che si intitolerà “Dove l’uomo non è più sovrano”. L’intenzione è di terminare la produzione entro luglio 2022.